Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/524

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PARADiSO dall’eterno sole, clic prima gli angeli coprivano si strinse a poco a poco al mio vedere alla mia vista disparve e si dileguò perche tornar con gli occhi a Beatrice nulla vedere amor mi costrinse perché la cessazione della gioconda vista degli angeli, e I’ amore per Beatrice mi fecero tornare con gli occhi a lei. Allegoricamente intende significare che doveva trattare di altra materia sublime, divina, se quanto infimo a qui di lei si dice fosse conchiuso tutto in una loda se quanto si è detto sin qui ne’ vari luoghi della bellezza di Beatrice fosse tutto in un solo raccolto poca sarebbe a fornir questa vice sarebbe poco per degnamente lodarla. la bellezza eh io vidi si tras;noda non pur di la da noi tanto passa il modo e la misura non solo umani ma certo io credo che solo il suo fa- ci ore tutta la goda ma sono persuaso che Dio solo, che n’ è l’autore, tutta la possa comprendere. Interrogato Simonide cosa era Dio, se ne cavò egregiamente non rispondendo nulla. Da questo passo vinto mi concedo da questo passo della mia narrazione io mi confesso sgomentato più che giammai da punto di suo thema soprato fosse comico o tragiedo più che fosse giammaìun comico o tragico nel più difficile passo dell’ assunto argomento. E Dante confessa il vero, perchè non vi fu mai poeta che azzardasse descrivere la divina essenza in trinità, unità, umanità e di’riniLà: che come sol in viso che piu trema cosi lo rimembrar del dolce riso la menti’ mia da mi medesmo scima perciocchè come il sole fa scemo ed inabile a guardarlo un occhio languido, così la rimembranza del dolce riso di Beatrice mi sopravanza le forze naturali. dal primo,giorno eh io vidi I suo viso dal principio di quest’ opera dove si dice — la gloria di colui ecc. e noni dal momento che conobbe Beatrice in terra in questa vita e- terna infimo a questa vista dell’ estrema bellezza che non puo Digitized by coogle