Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/541

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canto

XXXI.

barbari del Settentrione, perché le loro maraviglie erano per opere mondane, fra le quali opere ed il veggente è qualche proporzione, ma io scorgeva 1’ eccellenza delle cose divine in confronto delle miserie terrene, fra le quali non vi é, nè vi può essere proporzione, essendo impossibile tra finito ed infinito, certo il gaudio immenso nel vedere Roma celeste mi [acea libito mi scusava non udirnii e starmi muto se non udiva e non parlava tra esso gaudio. E quasi peregrin che si rkrea nei Tempio dei suo voto riguardando e spera gia redire com elio stea e quasi pellegrino che si ricrea al riguardare il tempio del suo voto, ossia il tempio che aveva fatto voto di visitare, e spera, tornato a casa, ridire ora a questo or a quello com’ esso tempio sia costrutto su per la luce passeggiando menava io gli occhi per li gradi mo su mo giu et mo ricirculando così io scorreva a foglia per foglia quella rosa ora su, ora giù, ora in cerchio. Il tempio di Gerusalemme aveva molte sedi. Gesù Cristo disse nelle case di mio padre sono molte dimore; e ve- dea spiriti a carità suadi e vedea volti ardenti di carità d aimd lumi fregiati e di suo riso e d acti ornati e di tutta ho nestade fregiati del lume ch’ emana da Dio, e del fulgore proprio, che nasce da sentita letizia. Lo mio sguardo aveva gia tutta compresa la forma generai di Paradi,o io aveva in generale guardato il Paradiso, ed aveva visto I’ insieme di esso in nulla parte ancorfirmaio fizo ma non mi era ancora fissato a verun dettaglio: e voigeami con voglia raccesa per dimandar la mia donna di cose che la mente mia era sospesa e già voìgeami nuova mente a Beatrice perché mi dicesse dove si trovavano le sedi di Maria Vergine, e di lei, che non vedeva? uno Intendea si altro mi rispose uno era il mio intendimento, la mia aspetDigitized by oog1e