Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/566

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PAIIADISO Ciò che per l’universo si squaderna, 87 Sustanza e accidente e br costume, Quasi conflati insieme per tal modo, Che ciò eh’ io dico è un semplice lume. 90 La forma universal di questo nodo Credo ch’io vidi, perchè più di largo, Dicendo questo, mi sento ch’io godo. 93 Un punto solo mi è maggior letargo, Che venticinque secoli alla impresa, Che fe’ Nettuno aminirar i’ ombra d’ Argo. 96 Così la mente mia tutta sospesa Mirava fisa immobile e attenta: E sempre di mirar faceasi accesa. 99 A quella luce colai si diventa, Che volgersi da lei per altro aspetto É impossibii che mai si consenta: 10 Però che il ben, eh’ è dei volere obbietto, Tutto s’ accoglie in lei, e fuor di quella É difettivo ciò ch’è lì perfetto. b0 Ornai sarà più corta mia favella Pure a quel eh’ io ricordo, che d’ infante, Che bagni ancor la lingua alla mammella; 108 Non perchè più che un semplice sembiantc Fosse nei vivo lume ch’io mirava, Che tale è sempre quale era davante, 111 Ma per la vista che si avvalorava In me, guardando, una sola parvenza, Mutandoini io, a me si travagliava. I1 Nella profonda e chiara sussistenza Dell’ alto lume parvemi tre giri Di tre colori e (l’una contenenza: 117