Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/569

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canto

XXXIII.

nità colla divinità, e nobilitando i’ umana natura, riconducesti gli esuli nella patria celeste, e riempisti l’empireo. Tu sei a noi meridiana face di canta tu sei a noi beati in questo luogo luce di meriggio di carità e se giuso intra i mortali e giù nel mondo fontana vivace di speranza fonte inessicabile di speranza. Donna tu se tanto grande e tanto vali o Maria, hai tanto impero e potere che qualche chiunque brama di ottener grazia da Dio et a le non ricorre e non ti prega ad essere mediatrice sua disianza vuoi volar senz’ ali il suo desiderio non sarà mai compiuto. la tua benignita non pur succorre a chi dimanda la tua benignità e misericordia non solo prestano soccorso a chi le implora ma molte flateprecorre liberamente al dimandare ma molte volte precedono la domanda: in te si aduna misericordia in te pielate, in te magnificenza in te quantunque di bontate e ‘in creatura in te compassione, in te pietà, in te magnificenza, in te si trova qualunque virtù può trovarsi in creatura. Così è in te la verginità della sfera della luna, l’attività di quei di Mercurio, la benignità di quelli di Venere, la sapienza di quei del sole, la fortezza di quei di Marte, la giustizia di quei di Giove, la contemplazione di quei di Saturno: in te l’ardore de’serafini, io splendore de cherubini: in te l’amabilità di Rachele, la sapienza di Rebecca, la fedeltà di Sara: tu puoi, tu sai, tu vorrai esaudire Dante che ti prega — puoi, perché regina - — sai, perché sapientissima, avendo portata in te l’increata sapienza — vorrai, perché clementissima. Or questi che dal infima lacuna del Universo ora questo Poeta che dal basso centro della valle infernale in/in qui ha vedute le vite spirilali ad una ad una ha veduto fin qui Io stato degli spiriti ad uno ad uno supplica a te per gratia di virtule tanto che possa con gli occhi levarsi più alto verDigitized by Google