Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/574

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paradiso

questo mi sento eh io godo piu di largo perché dicendo queste cose, sento che più largamente godo, e mi si espande il cuore a maggiore letizia. — Alcuni leggono perche dicendo questo piu di largo parlando così largamene ecc. e questo pare più della mente di Dante. un punto solo in e maggior letargo che venticinque seculi a 1 impresa che fe Neptuno ammirar i ombra d Argo un punto solo del tempo scorso dalla mia visione mi porta maggiore oblio, che non apportarono son già venticinque secoli, gli Argonauti per l’impresa del Vello d’oro a Nettunno, il quale fu preso da maraviglia scorgendo la prima nave che solcava quel mare. — Erano scorsi venticinque secoli da quell’impresa al punto in cui Dante scriveva. La mente mia tutta sospesa mirava fiza immobile ti attenta così la mia mente tutta stupefatta fisarnente mirava con immobilià ed attenzione e sempre di mirare faceasi accesa e sempre più le crescea l’ansia di guardare: aquellaluce cotai si diventa che per altro aspetto volgersi da lei ee impossibile che mai si consenta visto che tu abbi una volta in Dio, rimani tale che ti è impossibile volgere altrove lo sguardo pero che il bene eh e del vedere obiecto tutto s accoglie in lei e fuor di quella e defectivo cio che e li perfetto imperocchè il bene che è l’oggetto della volontà tuttosi riunisce in quella vista, e fuori di lei non è altro vero bene. Ornai sara piu corta mia favella pur a quello eh io i-icordo ornai il mio parlare, per lo scarso mio rammentarmi, sarà più corto che d un fante che bagna ancor la lingua a la ma nelladi quello che fanciullino lattante, il quaIecomin cia a parlare non perche piu che un semplice sembiante fosse nel Volume eh io mirava che tale ce sempre qual sera davante ma per la vista che s avvalorava in me guardando