Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/573

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canto

XXXIII. 63

rito, se gli occhi miei si fossero rivolti altrove — secondo il detto del Profeta — allontana gli occhi miei ecc. Nota la differenza fra la vista umana e divina; imperocchè 1’ occhio umano non può vedere l’eccellente sensibile, e veggendolo si rende incapace di vedere altri minori sensibili lumi: all’ incontro l’occhio spirituale, l’intelletto, o vuoi l’occhio beato e divino, scorgendo il sommo splendore dell’eterno sole si rinforza, e si fa capace di maggiormente sostenere i lumi inferiori. io mi ricordo ch io fui piu ardito per questo a sostenere tanto eh io giunsi I aspecto mio col volere infinito e mi ricordo che per questo fui più ardito a sostenere esso lume, tanto, che congiunsi i miei occhi con Dio, cioè vidi nella sua essenza. oh habundante gratia ond io presunsi o somma grazia, per la quale fui tanto ardito ficar lo viso per la luce eterna piantar lo sguardo nell’ eterno sole tanto che la veduta vi consunsi tanto che la mia vista, sebbene acuta si esaurì, e si perdette nell’infinito! Io vidi nel suo profondo cio che s interna ligato con amore in un volume, che si squaterna per lo universo io vidi legato in un sol volume che contiene le idee eterne, tipi di tutto ciò, che si manifesta diffuso per 1’ universo. In esso volume sono in presenza tutte le cose future. substantie tutto ciò che per sè sussiste et accidenti tutto ciò che tiene sua sussistenza da altra cosa che potrebbe essere e non essere e br costume e loro proprietà o modi di agire quasi con/lati insieme per tal modo che cio ch io dico ee un semplice lume quasi uniti insieme in tale maniera, che quanto io dico non è che un cenno, e non descrizione: la forma universaldiquesto nodo 1’ essenza divina che produce ed annoda le dette cose credo chio vidicredo di aver veduto, e dice dubitativamente, perchè aveva ancor l’occhio umano perche dicendo