Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/65

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CANtO lii. Però n’è data, perchè fur negletti Li nostri voti, e vuoti in alcun canto. Ond’ io a lei: nei mirabili aspetti Vostri risplende non so che divino, Che vi Lrasmuta da’ primi concetti: 60 Però non fui a rimembrar festino; Ma or m’aiuta ciò che tu mi dici, Sì che il rafligurar m’è più latino. 63 Ma dimmi: voi, che siete qui felici, Desiderate voi più alto loco Per più vedere, o per più farvi amici 66 Con quell’altr’ombre pria sorrise un poco; Da indi mi rispose tanto lieta, Ch’ arder parea d’ amor nel primo foco: 69 Frate, la nostra volontà quieta Virtù di carità, che fa volerne Sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta. 7’2 Se desiassirno esser più superne, Foran discordi gli nostri desiri Dal voler di colui che qui ne corDe; Th Che vedrai non capere in questi giri, S’essere in0 cantate è qui necesse, E se la sua natura ben rimiri: 78 Anzi è formale ad caLo beato esse Tenersi dentro alla divina voglia, Perché una fansi nostre voglie stesse. 81 Sì che, come noi siam di soglia in soglia Per questo regno, a tutto il regno piace, Come allo re ch’a suo voler ne invoglia: 84 In la sua volontà è nostra pace: Ella è quel mare al qual tutto si muove