Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/84

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74 PRÀDISO O amanza del primo amanLc, o diva, Dissi io appresso, il cui parlar m’inonda E scaldasì, che più e più m’avviva; 120 Non è 1’ affezion mia sì profonda, Che basti a render voi grazia per grazia; Ma quei, che vede e può, a ciò risponda. 123 lo veggo ben che giammai non si sazia Nostro intelletto, se il ver non lo illustra, Di fuor dal qual nessun vero si spazia. 126 Posasi in esso, come fera in lustra, Tosto che giunto l’ha; e giunger puollo: Se non, ciascun disio sarebbe frustra. 129 Nasce per quello, a guisa di rampollo, A piè del vero, il dubbio; ed è natura, Che al sommo pinge noi di collo in collo. 132 Questo m’invita, questo m’assicura, Con riverenza, Donna, a dimandarvi D’ un’altra verità che m’è oscura. 13!S lo vo’ saper se i’ uom può soddisfarvi A voti manchi sì con altri beni, Che alla vostra stadera non sien parvi. 138 Beatrice mi guardò con gli occhi pieni Di faville d’amor, così divini, Che, vinta mia virtù, diedi le reni, E quasi mi perdei con gli occhi chini. 142 COMMENTO Dl BENVENUTO Dividesi il canto in quattro parti generali. Nella prima, l’autore propone due dubbi. Nella seconda, risponde ad uno. Nella terza, all’altro. Nella quarta, propone altra questione incidentale.