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136Or ti fa lieta: chè tu ài bene onde:
Tu ricca, tu con pace, tu con senno.
S'io dico ver, l’effetto nol nasconde.
139Atene e Lacedemona, che fenno
Le antiche leggi, e fuoron sì civili,
Fecero al viver ben un picciol cenno
142Verso di te, che fai tanto sottili
Provedimenti, che a mezzo novembre
Non giunge quel che tu d’ottobre fili.
145Quante volte nel tempo che rimembre,
Legge, monete, et offici, e costume
Ài tu mutato, e rinnovato membre?
148E se ben ti ricordi, e vedi lume,1
Vedrai te similliante a quella inferma,
Che non può trovar posa in su le piume;
151Ma con dar volta suo dolore scherma.2
- ↑ v. 148. C. A. Me se ben ti ricorda,
- ↑ v. 151. Scherma; da schermare, verbo dalla terza coniugazione ridotto alla seconda, come spesso costumavano i padri di nostra lingua. E.
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C O M M E N T O
Quando si parte il gioco de la zara ec. In questo canto sesto lo nostro autore continua de la preditta materia; cioè di quelli che ànno indugiato la penitenzia infine a la lor morte violenta, che sono stati morti; et incomincia a trattare de la penultima condizione, cioè di coloro che, occupati a le cure de le familie et alle scienzie, ànno indugiato la loro penitenzia o alcuno tempo, o infine a la fine de la vita. E dividesi questo canto principalmente in due parti: imperò che prima pone lo compimento de la precedente condizione, et incomincia a trattare de la penultima; ne la seconda parte fa l’autore una disgressione, ponendo una sua invettiva, o vero esclamazione contra più persone come apparerà in essa, et incomincia quive: Ahi serva Italia, ec. La prima parte, che serà la prima lezione, si divide in sei parti: imperò che prima pone come tutte