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p u r g a t o r i o ix. |
[v. 85-93] |
diano lume e splendore alli altri sì eccessivamente, che alcuna
volta e spesso la sensualità nostra nollo possa comprendere. E cosi
insegna quale dè essere lo sacerdote vicario di Cristo: ecco che ben
si verifica quello, di che fece accorto lo lettore; che elli inalsava la
sua materia e ch’elli la vestia con maggiore artificiosità 1. Seguita
la secunda lezione.
Dite costinci ec. Questa è la secunda lezione del canto nono, ne
la quale l’autore dimostra la entrata nel purgatorio, e dividesi tutta
in sei parti: imperò che prima finge come, approssimandosi in verso
la sallita, lo portonaio li fa accorti che non vegnino a montare sensa
guida; ne la secunda descrive com’era fatta quella montata, quive:
Là ne venimmo ec. 2; nella terza finge com’ elli montò su per li gradi
e come si confessò, quine: Per li tre gradi ec.; ne la quarta finge
come quello angiulo cavò fuora le chiavi e disserrò lo serrame
quive: Cener, o terra ec.; ne la quinta finge che spingesse l’uscio
quive: Poi pinse l’uscio ec.; ne la sesta finge come elli e Virgilio,
intrati dentro, uditteno cantare e sonare, quive: Io mi rivolsi ec.
Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere lo testo co la sua esponizione et allegoria, o vero moralità.
C. IX — v. 85-93. In questi tre ternari finge lo nostro autore
com’ il portonaio del purgatorio li fece accorti, quando li vidde approssimare, che non venisseno sensa guida, dicendo così: Dite costinci 3; finge l’autore che l’angiulo vedendo lui e Virgilio andare in
verso la montata, li ammonisce che innanzi che montino dicano ciò
che volliano; e però dice: costinci dite, innansi che vegnate più
oltra, che volete voi; cioè tu, Dante, e Virgilio? Cominciò elli a dir: cioè lo portonaio, ov’è la scorta; cioè la guida? Guardate che
il venir su; cioè sensa guida, non vi nói; cioè non vi faccia nocimento. E per questo dà ad intendere l’autore allegoricamente che
sensa la grazia di Dio illuminante, la quale conviene che sia
nostra guida in tutte le buone operazioni, non si può sallire a
la penitenzia, sensa la quale andando l’omo a la penitenzia, potrebbe ricevere nocimento: imperò che molti ànno già inparato a
fare lo peccato ne la confessione et sonvi poi caduti, che prima nol
sapeano; e però si dè guardare lo sacerdote di non dimandare
quando ode confessione, se non de le circustanzie del peccato da
colui che si confessa; lo peccato lassi dire a lui; dimandi, quando àe
ditto lo peccato, del tempo, del luogo, de la compagnia, contra cui c
simili cose: imperò che dice S. Agostino: Legis littera quœ docet non
- ↑ C. M. artificiosità. E qui finisce la prima lezione, e seguita la seconda del canto viiii.
- ↑ Il Magliab. ci à indotti a supplire da-nella terza - infino a - quine. E.
- ↑ Costinci; di costì, dal luogo dove è chi ascolta. E.