Vai al contenuto

Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/218

Da Wikisource.
   208 p u r g a t o r i o   ix. [v. 85-93]

diano lume e splendore alli altri sì eccessivamente, che alcuna volta e spesso la sensualità nostra nollo possa comprendere. E cosi insegna quale dè essere lo sacerdote vicario di Cristo: ecco che ben si verifica quello, di che fece accorto lo lettore; che elli inalsava la sua materia e ch’elli la vestia con maggiore artificiosità 1. Seguita la secunda lezione.
     Dite costinci ec. Questa è la secunda lezione del canto nono, ne la quale l’autore dimostra la entrata nel purgatorio, e dividesi tutta in sei parti: imperò che prima finge come, approssimandosi in verso la sallita, lo portonaio li fa accorti che non vegnino a montare sensa guida; ne la secunda descrive com’era fatta quella montata, quive: Là ne venimmo ec. 2; nella terza finge com’ elli montò su per li gradi e come si confessò, quine: Per li tre gradi ec.; ne la quarta finge come quello angiulo cavò fuora le chiavi e disserrò lo serrame quive: Cener, o terra ec.; ne la quinta finge che spingesse l’uscio quive: Poi pinse l’uscio ec.; ne la sesta finge come elli e Virgilio, intrati dentro, uditteno cantare e sonare, quive: Io mi rivolsi ec. Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere lo testo co la sua esponizione et allegoria, o vero moralità. C. IX — v. 85-93. In questi tre ternari finge lo nostro autore com’ il portonaio del purgatorio li fece accorti, quando li vidde approssimare, che non venisseno sensa guida, dicendo così: Dite costinci 3; finge l’autore che l’angiulo vedendo lui e Virgilio andare in verso la montata, li ammonisce che innanzi che montino dicano ciò che volliano; e però dice: costinci dite, innansi che vegnate più oltra, che volete voi; cioè tu, Dante, e Virgilio? Cominciò elli a dir: cioè lo portonaio, ov’è la scorta; cioè la guida? Guardate che il venir su; cioè sensa guida, non vi nói; cioè non vi faccia nocimento. E per questo dà ad intendere l’autore allegoricamente che sensa la grazia di Dio illuminante, la quale conviene che sia nostra guida in tutte le buone operazioni, non si può sallire a la penitenzia, sensa la quale andando l’omo a la penitenzia, potrebbe ricevere nocimento: imperò che molti ànno già inparato a fare lo peccato ne la confessione et sonvi poi caduti, che prima nol sapeano; e però si dè guardare lo sacerdote di non dimandare quando ode confessione, se non de le circustanzie del peccato da colui che si confessa; lo peccato lassi dire a lui; dimandi, quando àe ditto lo peccato, del tempo, del luogo, de la compagnia, contra cui c simili cose: imperò che dice S. Agostino: Legis littera quœ docet non

  1. C. M. artificiosità. E qui finisce la prima lezione, e seguita la seconda del canto viiii.
  2. Il Magliab. ci à indotti a supplire da-nella terza - infino a - quine. E.
  3. Costinci; di costì, dal luogo dove è chi ascolta. E.