Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/453

Da Wikisource.
   [v. 1-15] c o m m e n t o 443

di freddo e di secco, sicchè quando à dominio, aiuta lo freddo de la Luna; e però dice l’autore, tale ora; cioè alcuna volta, perchè questo non addiviene sempre; ma solamente quando Saturno à dominio; e poi che à descritto lo tempo ad uno modo, lo descrive ad uno altro, dicendo: Quando i Geomanti; cioè allora quando li Geomanti, che sono l’indivinatori che indivinano coll’arte che si chiama Geomanzia, detta così da la terra, et è una specie dell’arte magica, come appare ne la prima cantica canto xx: imperò che indivinano con certi punti, o vero linee che fanno ne la polvere in terra; e massimamente questa loro arte fanno al mattino inanti l’alba, perchè all’ora l’animo umano e ’l corpo è più disposto all’obedienzia de le inclinazioni celesti che in altro tempo, e però li Geomanti osservano questo tempo e volliano che i punti si faccino sensa pensamento e sensa numero: imperò che l’omo può esser mosso da tre cagioni; cioè prima, da la propria volontà, mossa d’alcuna passione che1 nasce da elezione fatta per lo libero arbitrio. La seconda cagione è da volontà come per troppa replezione e vacuità di stomaco, o per troppa resoluzione d’omori, o inammazione2 di spiriti vitali. La tersa cagione è da inclinazione naturale, la quale cagiona lo movimento del cielo; e questa ultima cagione accetta la Geomanzia, e l’altre esclude. E per escludere la prima, vuole che i punti si faccino sensa numero e pensamento; e per escludere la seconda, vuole che si faccia al tempo preditto, quando è fatta la digestione e sono più posate le passioni tutte che in altro tempo, sicchè ’l movimento vegna pure secondo la inclinazione celeste, e non per altro modo; e per questa medesima cagione si dice che li sogni fatti in tale tempo sono più veritieri: imperò che sono cagionati pure da infìuenzie celesti, e non da cure d’animo o da passione di corpo. lor maggior fortuna; cioè loro maggior felicità, a fare l’arte loro, Veggiono in oriente; cioè l’attitudine del tempo la quale cognosceno, guardando in ver l’oriente, inanti l’alba; ecco che manifesta lo loro tempo, Surger; cioè levarsi da l’orizonte; questa è quella costellazione ch’elli osserveno3 che si levi, per via; cioè per lo cammin del cielo, che; cioè la qual via, poco li sta bruna; cioè poco dura l’aire nero: imperò che incontenente vene l’alba, all’ora descritta, Mi venne in sogno; cioè a me Dante; e dice studiosamente, a denotare quale specie fu di sogni in sogno: imperò che sogno è, come dice Macrobio, quando si vede confusamente quello, che poi chiaramente si cognosce; ma non inanti che avvegna; et insomnio si chiama quello che l’omo chiaramente vede; ma addiviene, perchè n’à avuto pensieri inanti. E però si

  1. C. M. che nasce — da voluntà — si è levato dal Cod. Magl. E.
  2. C. M. d’umori, o in amozione di spiriti
  3. C.M. osservano