Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/534

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non sono perfettamente savi vi possano cadere, perchè s’ingannano vedendo questi beni mondani esser imagine del vero bene, o vero perchè si credeno dare alli omini alquanti beni, benchè imperfetti, sì come dice Boezio nel terso libro de la Filosofica Consolazione: Hæc igitur vel imagines veri boni, vel imperfecta quædam dare bona mortalibus videntur1. Ma l’autore nostro àe finto questo dubbio ad altro fine, come appare nel testo che seguita. Stazio; cioè lo spirito, col quale finge che parlasse Virgilio, mover fenno Un poco a riso pria: suole l’omo sorridere, quando vede altri errare nel suo pensieri; e così finge l’autore che facesse Stazio, perchè Virgilio mostrato avea ne la sua dimanda di credere che Stazio fusse stato avaro, perchè era stato a purgarsi nel cerchio dove si purgano li avari. E qui si può muovere uno dubbio; cioè perchè l’omo savio sorride, quando vede altri errare. A che si dè rispondere che ’l ridere è atto, che procede de la passione dell’animo che si chiama allegressa; unde quando l’omo savio vede altri leggermente errare, sorride perchè si rallegra, perchè vede sè in simile errore non essere, e ’l prossimo non errare in cosa dannosa; e così quando vede l’omo cadere2 e non farsi male, anco ride per simile cagione; ma quando vedesse l’omo farsi male o gravemente errare sì, che ne seguisse danno, l’omo savio none ridrebbe anco se n’attristerebbe e dorrebbesene; ma lo stolto ben ride del male altrui, perchè n’è lieto, et allora pecca per invidia, poscia rispuose; cioè dipo ’l sorridere Stazio a Virgilio: Ogni tuo dir d’amor m’è caro cenno; questo è risposta a quil che ditto fu di sopra: Ma dimmi e come amico ec. quasi dica: Tu mi puo’ dire cioè, che tu vuoi: imperò che ciò, che tu mi dirai, io terrò che sia ditto in segno d’amore. Ora risponde al dubbio Stazio: Veramente più volte appaion cose; ad altrui, Che; cioè le quali, danno a dubitar falsa matera; cioè cagione non vera, Per le vere cagion che son nascose; cioè la vera cagione è appiattata a l’omo, la falsa entra in luogo de la vera. La tua dimanda; cioè di te Virgilio, dice Stazio, m’avvera; cioè mi fa vero e certo, Esser tuo creder; cioè tua credenzia, ch’io; cioè Stazio, fosse avaro in l’altra vita: cioè nel mondo; et assegna la cagione motiva: Forse per questa cerchia; cioè per questo cerchio del purgatorio, dove si purga l’avarizia, dov’io; cioè nel quale io Stazio, era; cioè a purgarmi. Or sappi; ecco che manifesta la vera cagione, per la qual v’era, ch’avarizia; questo vizio è tenere le cose che sono da dare, e che non sono da tenere, fu partita Troppo da me; et in quanto dice Troppo, dà ad intendere lo vizio contrario; cioè la prodigalità ch’è dare le cose da dare e da tenere, e questa dismisura;

  1. creduntur.
  2. C. M. l’omo vede altri cadere