Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/114

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9(3 PURGATORIO A Chi la prima parte del Canio paresse lunsa. pensi che Dame, non senza perchè, si co!T)p’ace nella li(!ia e river<’nle agnizione d’uomini singolari: onde; la suacummedi.i in quesio è pia ilrainma che i drammi troppo 8«rii d(d Fi’dorici. Il ìNiila, di noiosa memoria, avrebbe nelle sue commedie fu:i;;iio, come troppo prosaici, modi simili a questi: chu credi; e nn, dìr.i’iìdo: eli’ è. unti è — Il buon Snrdello in lerrn l’rf(iò ’l dìlo. Dicendo • Vtdl noia quiista ruja Non varcheresti. Qii.de ò poi il Poeta liiosoio e politico, che (tsasse far cantare a re «; imperatori e marchesi la Salve Iteaina? (chiedo scusa all’imperatore Hodolfo d’Austria, the non canta). Ma. in premio dell’umile suo coraggio. Dante ha dallo spirito in dono ipje’ due versi di greca eleganza: Salve, Regina, in su l’erba e in su’ fiori. Quivi seder, cantando, anime vidi. Non tulli i versi di questa pittura son di pari l>e!lezza; l’orsiì oerché l’attenzione <lello scrittore era tratta vers ) la line dei Canio, dove una 8reKf?ia di principi sia sull’erba (anco M mfre<li abbiamo vislo essere d’una ni(indria); e l’esule lìy;lio d’una repubblica li riguarda dall’alto, e preoccupa il Kindizio della Storia e di Dio. Un marchese è se.lulo più basso, ii.a Kuardain alto; il che none dello dell’imperatore e de’ re. Gli è il marchc’sedi Monforraio: e pareche Dante preseniisso l’importanza slorica di quel paese, il qua.’esperiamo che non farà, come Guglielmo, piangere gl’Italiani, né gli stranieri ridere.