Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/49

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CANTO UT. 37. E mentre che, tenendo il viso basso, Esaminava, del cammin, la mente, E io mirava suso intorno al sasso;. Da man sinistra m’appari una gente D’anime, che moviéno i pie vèr noi, E non parevan; sì venivan lente.. — Leva (dissi al maestro) gli occhi tuoi: Ecco di qua chi ne darà consiglio, Se tu da te medesmo aver noi puoi. —. Guardomrai allora, e con libero piglio Rispose: — Andiamo in là; ch’ei vengon piano. E tu ferma la speme, dolce figlio. —. Ancora era quel popol di lontano (r dico, dopo i nostri mille passi),. Quanto un buon gittator trarrla con mano;. Quando si strinser tutti a’ duri massi Dell’alta ripa, e stetter fermi e stretti. Come, a guardar chi va, dubbiando stassi.. — Oh ben finiti, oh già spiriti eletti (Virgilio incominciò), per quella pace Ch’i’ credo che per voi tutti s’aspetti, 2G. Ditene dove la montagna giace. Si che possibil sia l’andare in suso: Che ’1 perder tempo, a chi più sa, più spiace. — (D Or. Nella domaoda vedesl veri dì Catone sente rimorso della ruomo conturbalo tuttavia Più breve negligenza. Bellezze nr)orali volte nel Purgatorio Virgilio rimane tanto più vere quanto sun più moIncerto dei cammino; perchè all’è- deste, spiazione la ragion sola può avvia- 23. (L) Trarr/a pietra, re; non sempre guidare certamente tSL) Trarrla. Lue. XXII, 41; {Purg., XII. XXII. XXVII, XXVlil). Quantum jactus est lapidis. JEù., XI: Ì9AI-) Mente: pensava Ira sé della Intra jactum teli progressus utervia. que. (SL) Mente. Guinicelli: Delibe- 55. (L) Finiti: morii. — Già.• sin rar mi pare infra la mente. Arìos. d’ora. — Per da. XVIII, 21: Col pensier discorre (SD Pace. Scongiuro degno Dove d’un luogo di speranza beala, lo. (SD Gente. Lucr, I, 120: Gentes Virgilio, Palinuro: Maria axpera juro Italas tìominum — Lente. Lente già {JEn, VI) Enea a Di Jone: Per sidera al ravvedersi Forse tutti come Man- juro. Per Superos, et si qua fides fredi scomtmicati. telinre sul) ima est {JEn., VI).

(D Libero: serenato, — Ferma: 26. (L> Giace men erta,

conforta. (SD Giace. Georg., Ili: Tantum (SL) Ferma JEn.^ MI: Animum... campi jacet Inf,, XIX, t. i2: Quella firmai. - Il: Hate omina firma. — ripa ette più giace. Libero. Si riscuote e accetta docil- (F) Tempo. Seneca: Sulla più mente il consiglio del discepolo, prezioso del tempo... le altre cose egli sua guida, egli che ai rimpro- sono non nostre; nostro solo il tempo.