Pagina:Commedia - Purgatorio (Tommaseo).djvu/55

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CANTO HI. 43 i’ielro: La bontà di Dio non dispregia mai il penitente. Nel Convivio nomina le braccia di Dio (1), che è voce biblica come l’ombra delle ali (2); ma non come il Foscolo dice: Le ali del perdono di Dio. Sapeva Dante clie anco de’ buoni può essere la sepoltura vietata (3), e rammentava forse le parole d’Agostino (4): Corpori humano quicquid inipenditur, non est praesidium salulis, sed humanitatis officium. E qui giova recare le belle parole del Supplemento alla Somma, le quali dicono cose e più vere e più alto e più liete, e però più poetiche, de’Sepolcri del Foscolo: La sepoltura fu trovata e pe’vivi e pe’ morti; pe’vivij non gli occhi loro dalla sconcezza de’cadaveri siano offesi, e i corpi dalle esalazioni animorbati. Ciò quanto al corpo: ma spiritualmente altresì giova a’vivij in quanto la fede nella risurrezione così si rafferma. A’ morti poi giova in questo^ che gli uomini riguardando i sepolcri, ritengono la memoria dei defunti, e orano a Dio per essi: onde monumento prese nome da memoria, come dire ammonimento (5). Fu errore de’ Pagani che al morto la sepoltura giovi arcioc’che l’anima di lui abbia pace. Ma che la sepoltura in sagrato giovi al morto non diviene dall’opera in tè, sibbene dall’animo dell’operante in quanto o il defunto o altri disponendo la sepoltura in luogo sacro, la commette al patrocinio e alla speciale preghiera di qualche santo, e alVamore e alle preghiere di quelli che servono al sauro luogo, che pe’quivi sepolti orano in pia special modo e più di frequente. Quelle cose poi che usansi all’ornaìnento de’sepolcri, giovano ai vivi, in quanto òhe sono ad essi consolazione: e possono anco a’morti giovare non di per sé, ma in quanto per que^ segni gli uomini sono eccitati a commemorare e compiangere, e quindi a pregare; o in quanto da quel che è dato alla sepoltura o i poveri ricevono frutto, o la chiesa ne riceve Q,’ suoi riti decoro, e la sepoltura viene ad essere tra le elemosine annoverata. E però gli antichi Padri curarono della sepoltura de’corpi proprii a fine di dimostrare, che i corpi de’ morti cadono anch’essi sotto le leggi della divina, e però dell’umana provvidenza; non già che i corpi morti abbiano sentimento, ma per raffermare la fede nella risurrezione (6). Onde volcvan anco essere nella terra di promissione sepolti, ove di fede credevano che Cristo nascerebbe e morrebbe, autore della risurrezione nostra. E perchè la caritè è parte dell’umana natura, naturalmente l’uomo alla propria carne ha affezione e per questo istinto il vivente ha una certa sollecitudine di quel che sarà del suo corpo ancìie dopo la morte, e si dorrebbe-se presentisse che quelle spoglie avessero a patire cosa non degna. E pero coloro che amano l’uomo conformandosi all’affetto di lui che amano, intorno al corpo suo adoprano le cure che insegna l’umanità. Perchè, come dice Agostino (7), se la veste o l’anello del padre o altra tale memoria, è tanto pia cara a’ discendenti quanto maggiore è l’affetto loro verso di quello, non sono da non curare i corpi slessi, i quali tanto più famigli armcnte e più congiuntamente che veste o adornamento, portiamo. Onde colui che seppellisce, col soddisfare all’affetto del defunto, ch’e’non si può soddisfare da sé, dicesi che in certa guisa gli faccia carità. E all’uomo (4)11 Montaigne: // n’est rten si (3) Som. Supl.» 71. aùe, si doux, el si favorablc, que la (4) Decur. prò mori. ag. loi divine... Elle nous tcnd ses bras, et (5) Aug., de Civ. Dei, et lib.de cur. nMts recoi’t en non giron, pour vi- prò mori. ag. laincs, ords et borheux qucnous soyons, (6) Aug., de Cjv. Dei, I. et que nous ai/ons à l’ètre à l’avenir. (7) Ivi. (2) Psal.,XVI,8; XXXV, 8}LVI,2.