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Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/226

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FINALE


Arriva correndo un
araldo
O servi della maglon di Lamaco,
l’acqua, scaldate l’acqua nella pentola,
e la tela e il cerotto e la filaccia
preparate, e una fascia pe ’l malleolo.
Su aguzzo palo, d’una fossa al valico,
ei s’è ferito; uscito égli il mallèolo
fuori di posto, e s’è spezzato il cerebro
precipitando sur un sasso. — Orribile
levò la piuma fanfaronia un cantico,
su le pietre piombando: «O del Sol fulgido,
occhio, veggendo te per l’ultimissima
volta, la luce m’abbandona, ed io non son
piú io!» — Detto cosí, ratto precipita
nell’acquedotto, e sorge, e quei che fuggono
incalza, e i ladron’ preme con la cuspide.
Ma egli stesso è qui: l’uscio dischiudasi.
Arriva Lamaco, ferito, sorretto dai compagni.