Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/182

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I CALABRONI 179


A Sosia.
Tu issati, spicca la frasca, e dagliela un po’ su la groppa,
se un tale remeggio potesse far si che rivolga la poppa.
Sosia s arrampica, e picchia colla frasca Filocleone, mentre
Schifacleone cerca di tirare su la corda a cui egli è appeso.

filocleone

urlando.
Correte, oh voi tutti che lungo quest’anno sarete in giudizio,
Procacciadapranzo e Brigani, con Applicamulte e Smicizio,
pria ch’essi mi tirino su. — È questo il momento o mai più!

coro

Strofe
Che indugiam, dimmi, a eccitare quel furore che ci assale
se per sorte alcuno ardisce stuzzicare un nostro fiale?
Tendi, adesso, tendi il pungolo
dell’umor tuo bene aguzzo,
che alla gente cava il ruzzo!
Ai ragazzi.
I mantelli, o bimbi, al suolo! — Ed urlando, ite di volo,
e a Cleone tutto questo — riferite... presto, presto!
Che qui venga supplicatelo,
ed affronti un uomo infesto
al regime democratico!
Dio lo fulmini! Aboliti
vuole i giudici e le liti!
1 ragazzi corrono via: i calabroni si accingono all’assalto.