Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/183

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180 ARISTOFANE



schifacleone

Buona gente,.urli siffatti — non levate: udite i fatti!

coro

Sino al cielo, urlo!

schifacleone

Ma questo, non lo lascio, io, scappar via!

coro

Non è questa audacia somma? Non è questa tirannia?
Oh cittadini, oh Teoro, dei Celesti abominio,
o s’altro leccazampe abbia su noi dominio...
In questa, per poter adoperare i! pungolo, i calabroni hanno rivolto il
dorso ai nemici, e caricano rinculando. Sosia vede così per la prima
volta i pungoli.

sosia

Han, per Eracle, anche i pungoli, oh padrone, non l’hai scòrto?

schifacleone

E con quel Filippo, il figlio di Gorgia fu in lite morto!

coro

E tu pur cadrai sott’esso! Si rivolga ognuno qui:
tira fuori il pungiglione, sopra lui quindi ti scaglia,
pieno d’ira e di furore, stretto in ordin di battaglia,
ch’abbia sempre a ricordarsi quale sciame infastidì!
Si lanciano all’assalto. Sosia discende, e anche il vecchio, per mezzo
della corda, si cala a terra. Sosia l’afferra.