Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) II.djvu/24

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LE NUVOLE 21



lesina

Ah, per Demètra,
quand’è così, non lo mangiate più
il pane mio, né tu, né la pariglia,
né il puro sangue! Ma ti metto fuori
di casa. — A quel paese!

tirchippide

Lo zio Mègacle
non mi ci lascerà, senza cavalli:
io di te me n’ infischio, e ti saluto!
Rientra e si rimette a dormire.

lesina

Io caddi, si, ma non ci resto, a terra!
Chiedo ai Numi assistenza, e me ne vado
al Pensatoio, ad imparare io stesso!
Esita.
Ma vecchio come sono, e smemorato
e tardo, come apprenderò quei trucioli
di discorsi sottili? — Andar bisogna! —
Ché sto qui a tentennare? Ché non picchio
a quest’uscio? — Ehi di casa! Brava gente!
Picchia all’uscio a più riprese. Viene fuori uno
SCOLARO DI SOCRATE
Chi è che picchia all’uscio? Alla malora!