Pagina:Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite.djvu/151

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varle con acqua netta, con piccoli grani di piombo, o con una catena di ferro. Le bottiglie si chiudono con turaccioli di sughero. E’ un’economia assai mal intesa quella di non impiegare sempre i migliori, perchè per mediocrissimo risparmio si perde sovente un’eccellente bottiglia di vino. Si deve rigettare, tra i turaccioli, quelli che ànno delle macchie nere, o che sono troppo amuffiti, e per ben conservarli non bisogna metterli nella cantina, ma in un luogo secchissimo. Prima di mettere il vino nelle bottiglie lavate, bisogna ben asciugarle, e passare in ciascheduna un mezzo bicchiere di vino: questo è il mezzo più sicuro per non avere dei fiori.

Dopo aver ben cacciato il turacciolo con una paletta di legno, se si vuole preservare il vino da ogni danno dell’aria esterna, bisogna applicarvi del catrame meschiato con una libbra di pece bianca, di pece resina, con due libbre di cera gialla, ed un’oncia di terebintina, tutto ben unito, e ben fuso a fuoco lento: il bucciolo della bottiglia non dev’essere umido, e il catrame non devesi impiegare troppo caldo.

Le brocche sono vasi di legno in forma di pere. Sono terminate nella parte superiore da un’apertura di due, tre pollici, simile alla parte inferiore di un spinello. ’Anno un manico assai grande, che facilita la maniera di prenderle, e dirigerle pel servizio delle botti, che si vogliono riempire.

Gl’imbuti servono a versare il vino nelle bottiglie, o nelle botti. Sono o di ferro bianco, o di legno. Quelli di ferro bianco ànno la forma di un cono troncato, alla parte inferiore del quale si ag-