Pagina:Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite.djvu/26

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possano facilmente penetrare. Nell’apparecchiare il sito, che avrà scelto, non negligerà di mettere da parte le pietre più grosse, delle quali se ne servirà vantaggiosamente per fare muri, chiuse, e muri di divisione, che conterranno le terre, se la disposizione del suolo potesse facilitare lo sgrottamento con tempi burrascosi, e piogge abbondanti. Non imiti soprattutto quei proprietarj sconsigliati sui loro veri interessi, i quali contornano le loro vigne con siepi vive di spinalla, o di rosaj selvaggi. Sono così nocivi ai ceppi, non solo coll’ombra che portano, l’umidità che determinano, ma eziandio involando i succhi nutritivi a pregiudizio della pianta. Torna più conto, nel caso che per circostanze locali si durasse fatica a procurarsi delle pietre, scavare d’intorno alla piantagione un largo fosso, il quale la difenderebbe benissimo dalle incursioni de’ diversi animali.

Vi sono dei casi rarissimi veramente, in cui delle rupi tenere, quasi a nudo, oppongono grandi difficoltà per la preparazione del terreno; la vanga e la zappa non ànno che poca azione sopra di esse, non si arriva a farle scoppiare, e fendere se non, col soccorso della mina, ed allora se ne cava un vantaggiosissimo partito.

«Un particolare dei contorni di Anduse, dipartimento del Gard, possedeva nel suo dominio una rupe calcarea nuda, di cui non sapeva che farne; prese il partito, sono quarant’anni circa, di far giuocare la mina, e farla scoppiare. Si ruppero in seguilo le pietre a colpo di maglio per ridurle alla grossezza di noci, o piselli. La rupe così rotta fu posta sopra un piano inclina-