Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/65

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lettera xi. 61

Ciò che mi domandi io me lo domandai tante volte nelle notti affannose del dubbio, e mi fissai con lo spirito contristato su quel concetto scientifico del mondo che mi toglieva ad una ad una le più dolci speranze. Anch’io lagrimai di dolore quando sentii declinare Dio dalla ragione, e misurai più d’una volta la feroce solitudine a cui mi condannava la scoperta del vero. Ma la scienza risuscita un continente nuovo sulle ruine del vecchio, risana le cicatrici dello spirito dubitante dischiudendogli la via dell’infinito. Lamenti un Dio caduto dal mondo, e non vedi quel Dio che vi ricircola per ogni vena, lo illumina e lo feconda di sè? Non è fuori dalle cose ma dentro di loro, Dio nascosto, ch’è tutto in tutti, e che portiamo ciascuno nel nostro cervello.

Non vedi che ciascheduno di noi riceve da mille secoli l’eredità della vita? credi tu che ciò che vive e sente e crea nel tuo cervello sia destinato a perire? Oh! quanto t’inganneresti se lo credessi! La vita non