Pagina:Conti, Antonio – Versioni poetiche, 1966 – BEIC 1791935.djvu/89

Da Wikisource.
84 mary wortley montagu

oh prove incontrastabili di quella
tenerezza da cui l’anima è ingombra!
     170Non mi rinfacci dilicato falso
che il piacer de l’amore è ne’ perigli
e ne l’asprezze ree, come la rosa
senza spine non è rosa, e molt’altre
fole di sciocco e püerile ingegno;
175quasi il divino amor, di cui l’immago
rifulge in quello di due sposi amanti,
non consistesse in un riposo eterno
di mente e volontade appien beata.
Ma forse senza asprezze, ire, furori,
180tenero puro e ognor costante amore
nel varïar pensieri, affetti ed opre
colorire ei non sa le dolci fiamme
in guise mille, qual raggio di sole
che riflettendo da una conca d’acqua
185a l’opposta parete o sotto il tetto
vi dipinge mille iridi intrecciate
di colori ondeggianti e tutti vaghi?
     Gli obblighi vicendevoli e le gare,
del benevolo amore industrie pronte,
190come l’ore del dì candide e brune
vanno rotando entro d’un cerchio eterno
a’ due sposi d’intorno, e ’l vario giro
delizie accresce a la gioconda vita,
e nulla v’è che le interrompa o tolga.
     195Fata non inventâr le Muse ibere
che né più presto, né con più vantaggio
del favorito, trasformasse in perle
sassi o in rubini e in oro arnesi vili,
come uno sposo od una sposa amante
200velocemente per istinto cangia
di tenerezza in dolci sensi e grati
l’economiche cure altrui sì basse.
S’io profumo una stanza o l’abbellisco