Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
poesie | 91 |
420sdegni ed abbi in orror la fama ambita
di mostrarsi gentile al suo paese.
II
Sollecitata da l’istanze vostre
sovente replicate, alfìn risolvo
di svilupparvi, o mia diletta amica,
i più arcani pensier de l’alma mia.
5Quella che spesso voi biasmate tanto,
stupida indifferenza, io non la debbo
a natura, a timore od a vergogna.
Fredda non son qual è vestal di bronzo,
né féro impressïon su la mia mente
10cauti consigli o pur sentenze saggie.
So che veloce de la vita passa
il tempo e so che, se la vita dura
poco, la gioventù dura ancor meno.
Ma d’esser ingannata io schifo e abborro
15e per momenti di piacer non compro
anni di pentimento. Ad amar forse
io mi consiglierei se ritrovassi
(ma dove ritrovarlo e come e quando?)
uom che accoppiasse l’onestade al senno,
20che sapesse apprezzare il suo piacere
e che del par contribuisse al mio,
che il proprio merto e i miei favori stolto
non vantasse, né trar profitto ardisse
da’ suoi disegni. Io noi vorrei severo,
25né pieno ancor d’una baldanza sciocca.
A mio senno vorrei farlo geloso,
se ben a lui mai gelosia non dessi.
Dotto e ingegnoso ei sia, ma non pedante,
e lieto e saggio, e non giammai stordito
30e simile a colui che spesso ride