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90 mary wortley montagu

adulazion di cento sciocchi e cento.
     385Chi creatura sì pubblica mai puote
pregiar quant’ella lo pretende? Io vidi
in Bisanzio l’amabile Sultana
che dal Serraglio uscir astrinse Acmette,
e favellando come avea per uso
390meco, candidamente un dì mi disse:
«Lieta e paga io mi son del mio consorte,
ma voi, dame europee, libere troppo
siete». Soggiunse: «Conversar vi lice
cogli uomini ad arbitrio e v’è permesso
395al pari de l’amor l’uso e del vino
senza modo o misura». Io le risposi
che ben non era de’ nostr’usi instrutta:
le tollerate visite esser piene
di ritegno e rispetto, esser delitto
400l’udir a favellar d’amore ed altri
amar che suo marito. Ella rispose:
«Oh gran bontà degli europei mariti,
se fedeltà sì limitata e scarsa
gli appaga! Non son forse a pubblic’uso
405le vostre mani, il vostro volto e ’l core
e le parole? E che mai pretendete
riservare agli sposi?» Io ritrovai
tanta delicatezza e tanto senno
ne’ suoi detti che tacqui ed arrossii
410nel confrontar le ingentilite usanze
con le asprezze de’ Traci. Oh infamia, oh scorno,
oh confusion! Le massime severe
del cristianesmo veggonsi commiste
con lo spartan libertinaggio? Gridi
415il volgo e mi condanni. Io sì decido:
saggia donna che cerca esser felice
ne l’amor del marito, ah non si lasci
adorar mai dal pubblico, e un marito
ch’ama con vero amor la propria moglie