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94 mary wortley montagu

apriste qui, colà portici ombrosi.
Rase poi le verdure, altre più vaghe
25ne sorsero. Germogliano i dipinti
fiori con nodi mistici contesti
e quindi l’arte reca grazia e pregio
de la natura alla bellezza. Io vidi
che tal desio vi riscaldava il petto
30la primavera; ma non tosto il freddo
intirizzì le vostre erbe dilette
che cangiaste pensiero e ne rimase
la vostra fantasia gelata. I boschi
vostre delizie abbandonate e tutto
35per la cittade ardete: né lo stesso
paradiso terrestre i vostri passi
arresterebbe. Ambizïosa voglia
v’addita ciò che nel sovran potere
abbaglia. Anima vil sortì colui
40che nell’oscurità brama celarsi;
e se ben de lo stato ognor le cure
la fatica accompagni, un cor ben nato
debbe alla patria sua cercar grandezze
e vigilare ai pubblici vantaggi:
45questo è un dover che ogni dovere avanza.
Con simili pensieri entrando in Corte
v’occupate a parlar ben otto giorni
de’ novelli disegni, dispregiate
della falsa politica i lavori
50e voi ne architettate idee veraci:
«L’uom non è degno che di gravi cure,
e senza lunghe viste è troppo breve
l’umana vita, e troppo scarsa e lenta
la ricompensa di futura fama.»
55Ma poco dopo soggiungete: «Io voglio
goder felicità sino ch’io vivo,
ed è l’amore il sol piacer ch’io sento.»
Vi ponete a mirar tutte le belle