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dal ventre ed è presentata al principe Satanasso che sta «in uno luoco quasi honorato.»

Lucifero, il Minosse di S. Francesca, «prestamente la judicava, et subito la meschina anima era menata da certi altri demonî sopra de ciò deputati et ordinati, allo luoco indicato, secundo li peccati commessi.» Ogni anima, oltre che da tutti i demoni in generale, è più specialmente custodita da due demoni, uno dei quali la colpisce, l’altro la dileggia. Tutte sono punite colle pene comuni del fuoco, del freddo, delle tenebre, della fame ecc., e ciascuna in particolare da pene, che, per solito, collimano col peccato per cui sono punite. La miseria della concezione, la povera e falsa idea del peccato, l’assoluta mancanza di ogni criterio topografico e architettonico è, meglio che con parole, dimostrata dallo specchio seguente.

N. B. Il peccato è scritto sulla fronte dei dannati.

CERCHIO I I. Bambini nati da genitori cristiani tenebre
Non battezzati II. Bambini nati da ebrei tenebre maggiori
III. Bambini nati da adulterio, o da unioni di religiosi e di sacerdoti con monache. tenebre fittissime
 
II. Sodomiti puniti dai demoni collo stesso peccato
III. li cani usurari inchiodati ciascuno su di una tavola, colle braccia distese, ma non in forma di croce: i demoni versano loro, per un pertugio, nel cuore oro ed argento liquefatto.
IV. Bestemmiatori
(luoco de socto)
vari tormenti: i demoni strappan loro la lingua con uncini infocati, gettan le lingue nel fuoco, ed empion la bocca di carboni accesi.
V. Traditori. gravissimi tormenti: estirpazione del cuore per mezzo di grappi infocati, quindi immersione in un tino di pece bollente.

Obbiezione di S. Francesca sulla materialità della pena, trattandosi di spiriti. L’arcangelo Raffaello risponde che codesta è una rappresentazione materiale delle pene sofferte intellettualmente. Dopo il giudizio universale, per la riunione delle anime col corpo, i dannati soffriranno anche materialmente.

VI. Omicidiari immersi in un tino di sangue bollente, poi in un altro di ghiaccio, percossi dai demoni nella lingua e nel cuore, con pali di ferro infocati.