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Pagina:Contributo alla storia della letteratura romanesca.djvu/8

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 Ora, come dal confronto della grammatica di questo testo colla grammatica d’altri testi romaneschi immediatamente anteriori e posteriori doveva emergere luminosa la prova della sua romanità, mi posi all’opera conducendo l’indagine sull’edizione muratoriana del testo. Mi limito qui a notare le divergenze più essenziali.

Il romanesco dei ss. XIII, XIV, XV offre o non offre il dittongamento dei suoni tonici brevi o, e, secondo l’esito della parola:

ó breve   è breve
uo.......i ie.......i
uo.......o ie.......o
uo.......u ie.......u

ma,

ò.......a   è.......a
ò.......e è.......e

La costante esattezza di questo trattamento fu già messa in luce dal prof. E. Monaci. Ora, nei «Fragmenta Historiæ Romanæ» la mirabile costanza di questo riflesso è continuamente turbata, ed è frequentissimo il caso di ò breve, è breve dittongati con esito di a, e. Nè tre casi di ò breve dittongato, che si trovano nel Memoriale di Paolo dello Mastro, valgono a infirmare l’importanza capitale di questo argomento.

Un altro punto di divergenza è nella vocalizzazione di l + cons., che è costante nell’edizione muratoriana. Fin dalla prima pagina ne troviamo esempî abbondanti, i quali sono continuati per tutta l’opera con una fissità, che toglie ogni dubbio, che si tratti di alterazione di copisti. Ora, in nessun documento del s. XIII, come in nessuno del s. XV, come in nessuna epigrafe romana troviamo esempî di questa vocalizzazione. Qualche caso di vocalizzazione della l si trova, è vero, in certe lettere d’un Boccapaduli riprodotte dal Bicci1 nella sua storia di questa famiglia, ed é frequentissima nella «Vita del tribuno Matalieno delli Porta in Casa»; ma questa Vita, il Bicci stesso la giudica una pessima contraffazione della vita appunto di Cola di Rienzo, e le lettere del Boccapaduli, anche

  1. Bicci — Notizie storiche della famiglia Boccapaduli.