Pagina:Corano.djvu/18

Da Wikisource.

capitolo ii. 5


41. Ordinerete voi le buone opere agli altri, mentre voi le trascurerete? Nonostante voi leggete il libronota: non capirete dunque mai?

42. Invocate in aiuto la pazienza e la preghiera; la preghiera è un peso, ma non per gli umili,

43. Che riflettono che un giorno rivedranno il loro Signore, e che ritorneranno vicino a lui.

44. O figli d’Israele! ricordatevi dei benefizi di cui vi ho colmati, ricordatevi che vi ho inalzati al disopra di tutti gli uomini.

45. Temete il giorno in cui un’anima non pagherà per l’altra anima, in cui non vi sarà da sperare nè intercessione, nè compensazione, nè ajuto.

16. Rammentatevi che vi abbiamo liberati dalla famiglia di Faraone che vi tormentava con crudeli supplizj; si sagrificavano i vostri figli, e non si risparmiavano che le vostre figlienota. Era una dura prova del vostro Signore.

17. Rammentatevi che abbiamo diviso il mare per voi, che vi abbiamo salvati, e annegato Faraone in presenza vostra.

48. Quando per quaranta notti noi formavamo la nostra alleanza con Mosè, voi nella sua assenza adoraste un vitello, e agiste iniquamente.

49. Noi vi perdonammo quindi, affinchè ci foste riconoscenti.

50. Diemmo a Mosè il libro e la distinzionenota affinchè vi dirigeste nella via retta.

51. Mosè disse al suo popolo: Voi avete agito iniquamente verso voi stessi, adorando il vitello. Ritornate al vostro Creatore, ovvero datevi la morte; ciò vi farà meritare più verso di lui. Egli vi perdonerà, giacchè ama di pacificarsi coll’uomo convertito, ed è misericordioso.

52. Voi diceste allora a Mosè: O Mosè, non ti presteremo alcun credito fino a che non avremo veduto Dio manifestamente. Foste sul momento gastigati per questa condotta.

53. Vi abbiamo risuscitati dopo morti, affinchè ci siate riconoscentinota.

54. Abbiamo fatto arrestare una nube sulle vostre teste, e vi abbiamo mandata la manna e le quaglie, dicendovi: Mangiate i cibi deliziosi che vi abbiamo accordati; voi avete agito iniquamente più verso voi stessi che verso noi.

55. Noi dicemmo al popolo d’Israele: Entrate in questa città, godete dei beni che vi si trovano, a piacer vostro; ma entrando in città, prostratevi, e dite: Perdono, o Signore! ed egli vi perdonerà i vostri peccati. Certamente noi colmeremo i giusti de’ nostri benenzj.

56. Ma quei che furono cattivi sostituirono alla parola, che fu loro indicata, un’altra parolanota, e noi mandammo dal cielo un gastigo in ricambio della loro perfidia. 1 2 3 4 5

  1. Il libro vuoi dire qualunque libro rivelato, le Scritture: il Pentateuco parlando agli ebrei, il Vangelo ai cristiani; s’applica anche al Corano.
  2. Questa frase si trova testualmente ogni qual volta si tratta delle persecuzioni che gl’israeliti provavano in Egitto; si direbbe che Maometto si studia di metterla sempre in opera per discreditar Faraone; gli arabi idolatri riguardavano come una calamità la nascita di una figlia, per questa specie di preferenza che Faraone dava alle figlie su i figli.
  3. La distinzione al-forkan si applica qui al Pentateuco, come in altri passi al Corano. Si può dire che in ogni libro divino, la parte che tratta degli usi, degli alimenti ec. si chiama al-forkan (distinzione) come la parie dogmatica al-houda (direzione).
  4. Secondo i Commentatori si tratta di 70 uomini, che, non contenti di sentire Mosè conversare con Dio, desideravano di vederlo; furono colpiti da un fulmine, e poi risuscitati per la preghiera di Mosè.
  5. Si crede che si tratti dell’ingresso degli ebrei in Gerico, i quali invece di dire la parola hetta (perdono, indulgenza,) pronunziarono habba (grano d’orzo).