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204 il corano,


4.  Della vittoria ottenuta coll’ajuto di Dio; egli assiste chi vuole. È possente, e misericordioso.

5.  Tale è la promessa di Dio. Egli non manca alle sue promesse; ma la maggior parte degli uomini non lo sa.

6.  Conoscono ciò che dà nei sensi della vita di questo mondo, e non pensano (all’esistenza) della vita futura.

7.  Non hanno forse riflettuto in se stessi che Dio ha creato i cieli, e la terra e tutto ciò ch’è fra loro, per la verità; ch’egli ha fissato la durata fino all’epoca anticipatamente stabilita? Ma la maggior parte degli uomini non crede che un giorno si comparirà innanzi a Dio.

8.  Non hanno essi viaggiato nel paese? Non han veduta qual’è stata la fine de’ loro antenati più robusti di essi? Hanno solcato il paese (di strade, e di argini); ne abitavano una parte più considerevole che essi. Vennero degli apostoli con prove evidenți. Non è Dio che li ha trattati con durezza; essi sono stati iniqui verso se stessi.

9.  La fine di quei che commettevano azioni cattive è stata cattiva. Han trattati i nostri segni di bugie, e se ne ridevano.

10.  Dio produce la creazione, e la fa rientrare (nel suo seno). Voi ritornerete a lui.

11.  I giorno in cui verrà l’ora1 i colpevoli diverranno muti.

12.  Non troveranno intercessori fra i loro compagni (le divinità che davano per compagni a Dio) e li rinegheranno.

13.  Il giorno in cui comincerà l’ora, gli uomini saranno separati gli uni dagli altri.

14.  Coloro che avranno creduto, e praticate le buone opere si divertiranno sopra un ripiano di fiori.

15.  Coloro che non credono, e trattano di menzogne i nostri segni, ed il loro ritorno nell’altro mondo, saran mandati al supplizio.

16.  Celebrate dunque Dio sera, e mattina.

17.  Poichè gli appartiene la gloria ne’ cieli, e sulla terra; celebratelo all’entrar della notte, e quando vi riposate a mezzo giorno.

18.  Ei fa sortire il vivo dal morto, ed il morto dal vivo; vivifica la terra già morta; in tal modo anche voi sarete risuscitati.

19.  L’avervi creati dalla polvere è un segno (della sua potenza). Poi diveniste uomini sparsi per ogni dove.

20.  È anche un altro segno l’avervi creato delle donne (formate) da voi stessi, perchè viviate con esse. Ha stabilito fra voi l’amore, e la tenerezza. Vi sono in tutto ciò de’ segni per quei che riflettono.

    di dare i cento cammelli ad Abou-Bekr. Un’ultima osservazione resta a fare su questo versetto, che servirà ad apprezzare il carattere del Corano. Si sa che nel sistema grafico degli arabi, come anche in tutte le lingue d’origine semitica, non si scrivono che le consonanti, e si supplisce colle vocali nel leggere. Il Corano ha ricevuto la sua vocalizzazione attuale molto tempo dopo che fu redatto, per conseguenza all’epoca in cui si poteva essere d’accordo sul senso delle parole e fissarlo definitivamente. Ora, le parole gulibatirrumu (i greci sono stati vinti) possono esser lette senza alterare le consonanti galabak tirumu (i greci sono stati vincitori); quindi al versetto 2 le parole saiaglibuna (saranno vincitori) posson leggersi sempre conservando le stesse consonanti saiuglabuna (saranno vinti). Nel vedere l’incertezza e la brevità di queste parole, si direbbe che questo passo del Corano è stato ad arte scritto in modo d’aver sempre ragione in qualunque circostanza, siccome il celebre oracolo di Delfo nella risposta, Ibis redibis non morieris in bello. Le interpretazioni dei commentatori hanno però fissato il senso tale quale è dato nel testo attuale.

  1. L’ora nel Corano, significa il giorno del giudizio finale.