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208 il corano,


Dio, poichè colui che è riconoscente lo è per suo proprio bene. Colui che è ingrato, (lo è a suo proprio danno). Dio è ricco, e pieno di gloria.

12.  Lokman disse un giorno a suo figlio1 per ammonirlo: Figlio mio! non associare a Dio altre divinità, giacchè l’idolatria è una malvagità enorme.

13.  Abbiamo raccomandato all’uomo suo padre, e sua madre; la madre lo porta nel ventre, e soffre pena sopra pena, nè lo slatta che a capo di due anni. Sii riconoscente verso di me, e verso i tuoi parenti. Tutto finisce a me.

14.  Se t’inducono ad associarmi ciò che tu non sai, non obbedire; comportati verso di loro politamente in questo mondo, e segui il sentiere di chi riviene a me2. Voi ritornerete tutti a me, ed io vi ricorderò ciò che avete fatto.

45.  Figlio mio! Ciò che non avrebbe il peso d’un grano di senapa, ancorchè fosse nascoso in un sasso, o in cielo, od in terra, sarà da Dio mostrato al pubblico; poichè è penetrante, ed istrutto di tutto.

16.  Figlio mio! osserva la preghiera, invita (gli uomini) alle buone azioni, allontanali dalle cattive, e sopporta con pazienza i mali che possono arrivarti. Questa risoluzione è indispensabile in ogni cosa.

17.  Non torcere la bocca per disprezzo degli uomini; il tuo andamento non sia orgoglioso, poichè Dio non ama l’uomo presuntuoso, ed ambizioso.

18.  Modera il tuo passo3 e abbassa la voce, giacchè la più dispiacente delle voci è quella dell’asíno.

19.  Non vedete forse che Dio vi ha sottomesso tutto ciò ch’è ne’ cieli, e sulla terra? Ha versato su voi i suoi benefizj visibili, ed occulti. Vi sono degli uomini che questionano di Dio, senza scienza, senza guida, senza libro proprio ad illuminarli.

20.  Allorchè si dice loro: Seguite quel che Dio vi ha mandato dall’alto, dicono: Seguiremo piuttosto ciò ch’abbiamo trovato de’ nostri padri. E se Satana gli invita al supplizio della brace ardente? (1) (2) (3)

    quell’ultima. Un’altra tradizione conservata presso i poeti, ci dice che Dio gli aveva accordata l’età di sette falchi l’uno dopo l’altro, ciò che lo porterebbe a 560 anni. Quei che lo fanno contemporaneo di Davidde aggiungono che Lokman, vedendo Davidde lavorare ad una gonna di maglia (ved. cap. 21, vers. 80, e cap. 34, vers. 10,) volle domandargli come faceva, ma che fedele al suo spirito di saviezza, si tacque, ed a forza d’attenzione comprese che Dio rendeva il ferro flessibile come la cera nelle mani di Davidde. Tutti questi dettagli de’ quali sarebbe inutile voler ricercare l’origine, e l’autenticità fanno di Lokman un modello di discretezza, di riservatezza, e d’amabilità, ciò che viene confermato da questo passo del Corano.
     Si sa ch’esiste in arabo una raccolta di favole che porta il nome di Lokman il Savio. L’analogia che si osserva fra i soggetti di queste favole, e quelle di Esopo, farebbe persuadere dell’identità dei due personaggi. In appoggio di questa ipotesi verrebbe la caratteristica di Lokman riportata dagli scrittori orientali. Dicono ch’egli era un negro del paese de’ negri d’Egitto, e schiavo; secondo altri era falegname, sarto, calzolajo, pastore; ed abbiamo già detto ch’era un giureconsulto ordinario e rozzo, con grosse labbra. Un giorno che qualcuno lo guardava con disprezzo per il suo colore, e per le labbra, egli rispose che il suo viso era negro, ma che il suo cuore era bianco (puro) e che le sue grosse labbra distillavano parole sottili. Gli si attribuisce ancora di aver recato delle lingue quando gli si domandava cosa v’era di meglio al mondo, e similmente delle lingue quando gli si domandava cosa v’era di peggio. Si vuole infine nel nome di suo figlio Anaam vedere Enno figlio di Esopo. Ma senza arrestarci sul valore di questi dettagli, chiameremo soltanto l’attenzione del lettore sulla maniera con cuí Maometto cerca ad impadronirsi di tutti i nomi celebri che al suo tempo erano in voga presso gli arabi, e mette nella bocca di questi personaggi la sua dottrina.

  1. Il di cui nome era Anaam come abbiamo veduto nella nota precedente.
  2. Rivenire a Dio significa pentirsi.
  3. Non bisogna camminare troppo presto, nè troppo piano.