Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/124

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110 severità e debolezza


Temeva sempre che il figliuolo tornasse e stava attenta ad ogni più piccolo rumore.

No, non avrebbe potuto reggere all’idea di lasciarlo fuori all’aperto in quella notte di gennaio; qualche cosa avrebbe fatto per salvarlo, e continuava a cacciare la sua manina sotto al guanciale del marito, ma rimaneva schiacciata dal suo peso e tutto era inutile.

Udì intanto un rumore di passi nella via, poi questi passi arrestarsi proprio davanti alla sua porta, una chiave entrare nella toppa, aprirsi la porta, poi richiudersi, e dai passi riconobbe che il suo figliuolo saliva le scale.

Non c’era da indugiare; il momento era decisivo. Non pensò più a nulla, tolse con uno sforzo la chiave di sotto il guanciale; indossò in fretta una veste da camera senza curarsi suo marito fosse desto o addormentato, uscì dalla stanza e aperse il chiavistello interno dell’uscio, nel mentre dall’altra parte Gustavo faceva ogni sforzo