Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/236

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222 l'ultimo capitolo


strava molto dispiacente che Dora fosse giunta al punto di privarsi dei suoi gioielli e mi prometteva di farle condurre un’esistenza più brillante appena gli fosse stato possibile.

Io lo rimproverai e gli dissi che avrebbe dovuto dir tutto alla moglie, che non era poi una ragazza tanto frivola da non sapersi adattare alle circostanze, e se esser poveri è una sventura, essere avari è una colpa, e ch’egli col preferire di mostrarsi sotto l’aspetto peggiore correva il rischio di perdere anche l’affetto della moglie.

Le mie parole lo persuasero e si risolse di dir tutto a Dora.

— Poveretta, — disse, — mi rincresce toglierle l’illusione d’esser ricca, e farle il quadro d’un avvenire pieno di privazioni, almeno per il momento.

— Non abbiate paura, vedrete che non udrete da lei un lamento; le mie nipoti sono così, s’inquietano per cose da nulla, ma quando debbono esser forti sanno esserlo davvero.