Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/50

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36 il matrimonio del povero

il povero lavora tutto va a gonfie vele, ma....

C’è un ma ed è che non tutti i poveri hanno voglia di condurre una vita operosa, che molti si sposano per vivere alle spalle della moglie e molte donne per farsi mantenere dal marito e passare le giornate andando a zonzo per la città o chiaccherando colle comari del vicinato; naturalmente l’ozio è seguìto da una quantità di vizii: si abbandona l’officina e si comincia a frequentare la bettola, poi vengono i dissapori coniugali, le busse, la miseria, la fame e giù di grado in grado fino all’abiettezza e all’abbrutimento del vizio. È uno spettacolo che non voglio evocare colla mia mente e penso invece alle giornate serene passate col lavoro, alle giornate di riposo trascorse allegramente in mezzo alla felice famiglia, ai divertimenti che il povero si può procurare senza spesa e che gode assai meglio di quelli che il ricco si procura a prezzo d’oro. Le passeggiate all’aria aperta, le corse nei prati, le merende sull’erba, una