Pagina:Cordelia - Dopo le nozze, Milano, Treves, 1882.djvu/72

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58 a chi lo scettro?


z’ordine, il che la rende inefficace, mentre quella della madre è assidua, costante si esercita ad ogni ora, ad ogni momento, tanto che volere o non volere siamo noi donne che facciamo gli uomini, e se ci appoggiamo sui nostri mariti, a noi si appoggiano i nostri figliuoli; onde se da un lato siamo spose dolci e sottomesse, dall’altro per compensarcene siamo madri e regine assolute.

Tutto questo avviene in realtà, ma in apparenza l’autorità del marito e della moglie deve essere eguale verso i figli e i domestici che sono i sudditi di quel regno in miniatura che è la casa. Guai se la moglie proibisce che venga in casa eseguito un ordine dato dal marito, e guai se questi permette che alla sua presenza si perda di rispetto a colei che ha scelto per compagna della sua vita. È pure bruttissima cosa che l’uno protegga un servo che l’altro non potesse sopportare anche senza una ragione al mondo e per una semplice antipatia.

In confronto alla pace e felicità coniugale, il privarsi sia pure d’un servo fedele deve