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XV.
Quando mi svegliai la mattina appresso mi parve d’esser stata vittima d’un sogno opprimente; ma mi richiamò alla realtà della vita una lettera di Ruggeri, nella quale mi chiedeva umilmente perdono d’un momento d’obblio.
Dunque non era stato un sogno: anche lui come tutti gli altri! e intanto per me un altro ideale crollato. Gettai nel cestino la lettera, non sentendomi la voglia di rispondere in quel momento. Mi sentivo troppo affranta. Gli avvenimenti del giorno prima