Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/185

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Era morta? Ferita? Non ne sapevo nulla.

Avrei avuto piacere che non fosse morta, non per compassione di lei ma perché soffrisse a lungo come io avevo sofferto e perchè sopportasse tutta la pena del suo tradimento e fosse smascherata la sua ipocrisia.

Quando fui alla presenza del magistrato che m’interrogò piuttosto severamente, non nascosi nulla, fui sincera, confessai il mio delitto e la causa che mi ci avea spinta.

Forse in quel momento non avrò avuto abbastanza calma; la mia mente era forse esaltata e confusa per la scoperta che avevo fatta. Avrò imprecato un po’ troppo contro la donna che m’avea rubato l’affetto di mio marito e la felicità di tutta la mia vita. So che mi licenziò dicendomi, calmatevi; domani v’interrogherò nuovamente e spero che mi risponderete con maggior calma.