Pagina:Cordelia - Il mio delitto, Milano, Treves, 1925.djvu/209

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26 novembre.

La difesa dell’avvocato Anselmi fu sublime; quel vecchio bianco e cadente seppe trovar parole da commuovere tutto l’uditorio. Prima parlò della famiglia della Manfredi, dipinse la madre come una santa donna, il padre come un eroe, e disse che se si volevano ritenere pazze simili egregie persone, si poteva rinchiudere tutto il genere umano in un manicomio. Poi dipinse l’amore della contessa pel marito, lo strazio nel sapersi tradita. Descrisse con tinte calde e vivaci la scena in cui sapendo suo marito con un’altra donna, smarrisce la testa, prende un’arma che avea nel cassetto, non sapendo bene a qual uso l’avrebbe adoperata; là prima idea è di scoprire il marito infedele e forse uccider sè stessa, poi il pensiero della figlia la trattiene, non sa più quello che si faccia; ma quando s’incontra faccia a faccia colla donna