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Dopo la burrasca 263


li persuadevano ad esser ragionevoli, avevano sofferto abbastanza in quei giorni vedendo i loro mariti erranti per le osterie, ed era tempo che la quiete ritornasse nelle loro case.

Se prima sui muri c’erano scritte delle massime che incitavano il popolo alla ribellione, ora, si leggeva da per tutto queste e simili espressioni:

   Operai al lavoro!
   Il lavoro nobilita.
   Chi non ha lavorato non gusta il riposo.
   Chi non lavora s’annoia.

E Maria approfittava di quel risveglio al sentimento del lavoro che era come nell’aria, per dare ai fratelli degli utili suggerimenti.

— Avete veduto coi vostri occhi gli effetti dell’ozio? — diceva — ciò dovrebbe servirvi d’ammaestramento, e mettervi nell’animo la volontà di lavorare. Presto le vacanze sono terminate, e anche per voi torneranno i giorni del lavoro; procurate di mettervici di buona voglia, se vorrete l’anno venturo godervi i mesi d’autunno contenti e senza pensieri.

— E tu, Elisa, dopo aver veduto che anche nelle case dei ricchi vi sono delle noie e delle preoccupazioni, non dovresti più invidiarli.