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kos e kalimno 145

nostra civiltà, la nostra cultura occidentale avevano dimenticato anche il nome; ecco perchè ier l’altro nella piccola Kos il cuore mi tremava, quando i miei occhi si chinavano sul fregio dei puttini. Le è rimasta dunque qualche reliquia ancora di quello che ebbe una volta, e che poi attraverso a tanti secoli e a tante fortune del mondo, tutto quanto è passato nell’anima mia?

Kos ha queste reliquie e i vaghi ricordi di Ippocrate, d’Esculapio e d’Apelle ad attestare che un tempo fu illustre sede di vita attiva.

Kos ha la sua bellezza, la sua leggerezza delicata sul grandioso lago.

Kos è fertile.

Non parliamo nè di Kos, nè di Rodi; parliamo di tutto un mondo che può risorgere.

L’italiano che ora vi approda, trovandovi i soldati della sua patria, si ripromette che a questa spetti il compito, se non frappone ostacoli la solidarietà europea, quella solidarietà che i giornali francesi tirano questi giorni in ballo, e nella quale entra per buona parte anche il turco.

Quando ripartimmo da Kos, il sole pendeva su Cappari e Kalimno che trasfiguravano nella luce. Dinanzi alla nave, altre isolette e scogli tra Kalimno e le coste asiatiche trasfiguravano nella luce. Le coste asia-