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golo, trapassa la loro gola e riesce dall’altra parte adagiandosi in costa. Da questa parte la vediamo, alta e bianca, quando navighiamo verso l’isola; poi giriamo, e il grosso della città ci appare tripartita fra i due monti e la spiaggia.

Ed è, come ho detto, luogo di villeggiature. Perchè, come da Rodi, così anche da queste più piccole isole la gente emigra. In minimo, avviene qui, in questa plaga del Mediterraneo orientale, ciò che avviene in tutto il resto del Mediterraneo, più in grande nel nostro occidente: gli abitanti di Rodi, di Scarpanto, di Simi, di Nisiro, di Kos, di Kalimno, di Leros emigrano anch’essi, spesso vi si dice per una ragione tutta speciale, per fuggire la coscrizione turca; ma in realtà per la solita ragione per cui da per tutto si emigra: per la miseria. Questi oscuri isolani de’ piccoli scogli perduti, veramente perduti in pieno Mediterraneo; questi oscuri isolani di cui si è tornati ad aver notizia come si ritrova in un vecchio archivio un piccolo documento storico, o una tanagretta in un terreno classico; e si son ritrovati in una condizione di vita anteriore al tempo in cui navigavano i fenicii per le stesse acque, e da Creta partivano i primi raggi delle civiltà vetuste; questi oscuri isolani, dalla loro solitudine e dal loro silenzio