Pagina:Corradini - Sopra le vie del nuovo impero, 1912.djvu/175

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patmos. stampalia 153

emigrano per loro conto come i loro illustri fratelli del regno di Grecia, come gli italiani e gli spagnuoli; emigrano in Egitto, in Anatolia, nella lontana America. Ignari, allo stesso stato economico ritrovarono lo stesso rimedio economico: emigrare. E in minimo, oggi appartengono anch’essi al grande proletariato mediterraneo che si è disperso e si disperde per i cinque continenti.

Ha qualche attrattiva talvolta osservare i piccoli aspetti de’ grandi fenomeni, e qualche attrattiva avrebbe osservare a Simi e a Leros gli aspetti minimi dell’emigrazione mondiale. In Italia l’emigrazione, rimedio alla necessità, produsse un salutare mutamento: preparò la conquista. Il siciliano, il calabro, il basilisco, non potevano non emigrare, perchè le loro patrie erano povere. Ma siccome esisteva anche una patria grande, comune per tutti loro, il siciliano, il calabro, il basilisco, emigrando e accumulando denaro non soltanto riuscirono a mutare le condizioni lor proprie e quelle de’ loro paesi natii, ma anche contribuirono a mutare quelle della patria comune. E con la patria comune tornando si ricollegarono. E oggi il siciliano, il calabro, il basilisco, restando o non restando emigrante d’America e di Tunisia, è conquistatore della Libia: è rimasto individualmente e magari