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da brindisi a rodi 77

Saronico, già annottava. Le piccole isole del golfo e Egina e Salamina rapidamente scomparvero nella notte, si vedeva qua e là qualche lume, apparvero i mille lumi del Pireo, la sacra Atene restava invisibile nella profonda notte.

E il giorno dopo navigammo attraverso il gregge delle Cicladi tutte montuose, brune e brulle, Sifono, Strongilo, Despotico, Antiparos, Paros, Sikinos, Nio, Heraclia, Nasso, Karos, Arnorgo, Santorino, Anaphe, sino a Ophidusa che è una roccia dinanzi a Stampalia.

Passammo dinanzi al nudo scoglio di Ophidusa al cader del sole, e Stampalia s’allungò alla nostra sinistra, gran roccia anch’essa, rossa nel tramonto. L’orizzonte alle nostre spalle era rosso, e nel rosso erano gli scogli che cingono Stampalia. Quando avemmo girato il capo era notte; una torpediniera illuminata venne contro lo Scilla, mentre dalle alture dell’isola si vedevano partire razzi per segni navali. La torpediniera accostò, girò da poppa, rallentò, ci parlò col megafono, ci ordinò di seguirla all’ancoraggio, filò dritta davanti a noi. Era notte, ma persisteva il tramonto rosso sulle rocce. Demmo fondo, al comando, nella gran baia. Apparvero nere moli di corazzate, qua e là strisciavano torpediniere