Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/222

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i sette suggelli 223


Se mai giocando nuotai in profonde lontananze di luce e la mia libertà acquistò la saggezza dell’uccello;

La quale così parla: «Ecco, non v’ha nè diritto nè rovescio! Getta te stesso dai lati, fuori, indietro, o tu leggiero! Canta! Ma non parlar più!

— «Non son forse tutte le parole fatte per i pesanti? Non sono forse menzognere tutte le parole per chi è leggiero? Canta! Non parlar più!».

Oh, come non sarei ardentemente cupido dell’eternità, e del nuziale anello degli anelli, — dell’anello del ritorno?

Non mai ancora m’incontrai in donna, dalla quale desiderassi aver figli, se non in quest’una ch’io amo: giacchè io t’amo, o eternità!

Giacchè io amo te, o eternità!