Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/221

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222 così parlò zarathustra - parte terza


Se in me è saldo il piacere del ricercare, che dirige la vela verso ciò ch’è inesplorato;

Se il mio desiderio è simile a quello del marinaio;

Se mai echeggiò il mio grido giulivo: «sparve la sponda — ora l’ultima catena cadde da me; — l’immensità rumoreggia intorno a me, lontano brillano per me spazio e tempo, orsù, orsù mio vecchio cuore!»;

Oh, come non sarei ardentemente cupido dell’eternità e del nuziale anello degli anelli, — dell’anello del ritorno?

Non mai ancora m’incontrai in donna, dalla quale desiderassi aver figli, se non in quest’una ch’io amo: giacchè io t’amo, o eternità!

Giacchè io amo te, o eternità!

6.

Se la mia è la virtù d’un danzatore, e se spesso con ambi i piedi saltai nell’estasi aurea — smeraldina:

Se la mia è una malizia ridente, vaga dei declivi di rose e delle siepi di gigli:

— Giacchè nel riso tutto ciò ch'è male si trova insieme, ma fatto santo e beato dalla propria gioja;

E se questo è il mio Alfa ed Omega, che tutto ciò ch’è pesante diventi leggiero, ed ogni corpo un danzatore, e ogni spirito un uccello (e invero questo è il mio Alfa e Omega);

Oh, come non sarei ardentemente cupido dell’eternità e del nuziale anello degli anelli, — dell’anello del ritorno?

Non mai ancora m’incontrai in donna, dalla quale desiderassi aver figli, se non in quest’una ch’io amo: giacchè io t’amo, o eternità!

Giacchè io amo te, o eternità!

7.

Se mai sopra di me distesi cieli sereni e con proprie ali volai nei propri cieli;