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Pagina:Così parlò Zarathustra (1915, Fratelli Bocca Editori).djvu/55

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56 così parlò zarathustra - parte prima


Mostruosa in verità è la potenza della lode e del biasimo. Ditemi, chi la potrebbe debellare, o miei fratelli? Ditemi, chi potrebbe gettare il laccio intorno ai mille colli di questa bestia?

Mille mete vi furono fino ad oggi, perchè mille popoli vi furono. Manca ancora il laccio pei mille colli, manca la meta unica. Ancora l’umanità erra senza meta.

Ma ditemi, o miei fratelli: se l’umanità manca ancora d’una meta — non manca anche di sè stessa?».

Così parlò Zarathustra.




Dell’amore del prossimo.

«Voi v’affannate intorno al vostro prossimo e ne avete in cambio belle parole. Ma io vi dico: il vostro amore del prossimo non è altro che il poco amore di voi stessi.

Attaccandovi al prossimo fuggite voi stessi e vorreste ancora vantarvene come d’una vostra virtù: ma io leggo nel vostro «altruismo».

Il tuo è più antico dell’io: il tuo fu già proclamato santo, ma non peranco l’io: per ciò l’uomo cerca il suo prossimo.

Vi consiglio io l’amore del prossimo? Piuttosto vi suggerisco di fuggire il prossimo e di amare quelli che sono da voi i più lontani.

Più alto dell’amore del prossimo sta l’amore dell’uomo che è lontano e che ha da venire; più sublime dell’amore degli uomini m’appare l’amor delle cose e dei fantasmi.

Quel fantasma, che ti precorre, o fratello mio, è più bello di te: perchè non gli don la tua carne e le tue ossa? Ma tu lo temi e ripari presso il vicino.

Voi non potete andar d’accordo con voi stessi e non v’amate abbastanza: per ciò vorreste sedurre all’amore il vicino e pregiarvi del suo errore.

Io vorrei che non poteste andar d’accordo col vostro prossimo e coi vicini di lui: sicchè foste costretti a cercare in voi stessi un’amico dal cuore entusiasta.