Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/351

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capitolo decimo 331


In questo sistema non si potrebbe mai scrivere la vita di un santo, sopratutto se operò in circostanze critiche e su di una scena elevata; perocchè dovette necessariamente avere debolezze, mostrar difetti, dacchè bisogna assolutamente che l’uomo, perché è uomo, ci offra una mescolanza di virtù e di debolezze. Questa Scuola non ammette che un uomo sia differente dagli altri, rispetto al fondo del carattere egualmente composto di virtù e di difetti; solamente le sue qualità buone e cattive sono più pronunziate le une che le altre, secondo i lineamenti che distinguono la sua individualità. Così, non potendo spiegare umanamente la sublimità del linguaggio di Colombo, nè la sua visione sulle coste di Veragua, stupefatto della maestosa elevazione del vecchio marinaro, anzichè riconoscervi la grandezza della sua anima cristiana, Humboldt ardì emettere la strana opinione che «l’eloquenza delle anime incolte, gettate in mezzo ad un incivilimento avanzato, è come l’eloquenza dei tempi primitivi. Uomini superiori, di una tempera forte di carattere, poco familiari alle ricchezze di una lingua di cui si servono in una effusion passionata, la quale, colla sua violenza si oppone al libero corso del pensiero, si trovano invasi da quel sentire poetico che appartiene all’eloquenza delle prime età1.» Donde conséguita logicamente, che ogni uomo di tempera forte e poco familiare collo Spagnuolo, avrebbe in un caso simile tenuto anch’esso il sublime linguaggio di Colombo!

Lo scritto più recente pubblicato in Francia su Cristoforo Colombo contiene la prova di questa maniera sistematica di giudicar gli uomini. In una notizia largamente sviluppata, e notevole per erudizione, il dotto direttore della Nuova Biografia Generale, dottor Hoefer, dice: «I grandi genii del paro che gli altri mortali, ritraggono assai della natura umana, e del loro secolo; sono gli storici, che, giudicando il passato col prisma del presente, ce ne danno una falsa idea. Gli è così che ci rappresentano Colombo come ispirato dalla gloria di servire l’umanità; mentre una simile ambizione non gli era mai ve-

  1. Humboldt, Esame critico della storia della geografia del Nuovo Continente, tom. III, p. 240, 241, ediz. frane.