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CAPITOLO SECONDO.

Presentimenti di Colombo sul carattere dei luoghi esplorati. — Sua scoperta del gonfiamento equatoriale. — Suo concetto della forma della Terra. — Sue idee sul sito del paradiso terrestre. — Per le sue induzioni Colombo giunge alla certezza di aver trovato un nuovo Continente. — Sua scoperta del fiume Oceanico, o gran corrente equatoriale. — Conquiste scientifiche risultanti da questo terzo viaggio. — Arrivo dell’Ammiraglio alla picciola isola Beata, davanti la Spagnuola. — Suo fratello l’Adelantado gli va incontro con una caravella.

§ I.


In nessuna delle sue tante esplorazioni Cristoforo Colombo aveva riscontrato aspetti così strani come quelli di cui il suo spirito si sforzava a que’ giorni di penetrare le cagioni. Superando le convulsive contrazioni delle sue palpebre infiammate da oftalmia, non temendo lo splendore del giorno: superando la gravezza della veglia, e le fitte della gotta, aveva egli tentato d’interrogare con rapidi sguardi questa natura grandiosa: le qualità del suolo, la gagliardia della vegetazione, il colore degli indigeni, che non erano negri come in Africa sotto il medesimo parallelo, la dolcezza della temperatura, la vivezza del cielo, il mutamento delle costellazioni, il movimento de’ flutti, la direzione delle correnti, l’abbondanza dell’acqua dolce in mezzo al mare, sollevavano nel suo spirito un gran cumulo di dubbiezze, e di idee.

A certi tratti di fisonomia cosmica, non riconoscibili da qualsiasi altro osservatore, egli aveva riconosciuto la faccia d’una delle grandi divisioni geografiche del globo, e la parte opima d’uno de’ principali continenti. Guidato da percezioni spontanee, e da impressioni confuse, che mal avrebbe potuto definire, egli andava conscio che la parte della terra, ove si trovava allora, era più elevata di quella d’ond’era partito: parevagli di avere salito il mare come una montagna: assicurava di aver aggiunto alla parte più alta del mondo.