Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/500

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sulla filosofia della storia, il signor conte Tullio Dandolo si esprime in questi termini:

«Cristoforo Colombo era fervente cattolico, e non intendeva far dono del l’America a Ferdinando ed Isabella, sibben a Cristo Salvatore. Questo è il lato magnifico e non abbastanza studiato e noto di questa biografia racchiudente le più pure glorie dello spirito umano. Questa è la rivelazione che, in mezzo ad un tesoro d’altre peregrine notizie, sta per isplendere dominatrice nel libro che son lieto di annunciare.

«Colombo, il sommo Italiano, ha trovato finalmente un degno biografo Washington Irwing, Alessandro Humboldt erano troppo mal preparati dalla grettezza del lor sentire eterodosso, a giudicare, a descrivere la vita di quel fervoroso Cattolico: Napione, Cancellieri, Spotorno, agghiacciati dalla erudizione aveano troppo miope lo sguardo per abbracciare con questo il colosso. Un Francese, l’illustre Roselly de Lorgues, si è assunto di collocarci innanzi l’immortal Genovese degnamente rappresentato.....

«... Questa ricostruzione della vita del Colombo è per offrire agli attoniti lettori impreviste rivelazioni, documentate da irrefragabili prove, ch’ebbe agio di attingere in Ispagna, alle fonti più genuine e sicure. L’entusiasmo che lo scalda per Colombo è toccante, è contagioso: egli lo proclama non solamente il più grande, ma il più praticamente santo Uomo della sua età, il più glorioso figlio dell’Italia.

«Possano queste poche semplici parole trasfondere ne’ miei compatriotti una parte almeno della commozione profonda che sì fatti annunzii hanno desta in me; e, con avvertirli di cotesta imminente pubblicazione, predisporli ad accoglierla com’ella si merita.»

Non si può dir meglio, nè più vero. In quanto a noi crediamo di potere affermare che, benchè grande sia l’aspettazione che questi cenni desteranno nel Pubblico Italiano, essa, quando il libro di che si tratta verrà letto, sarà non solo soddisfatta, ma ancora superata.

Parigi, 1.° luglio 1857.

P. VENTURA DI RAULICA
ex-Generale de’ CC. RR.