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48 libro terzo

per imbarcarvi que’ ribelli, che maledivano l’isola e risguardavanvi il loro soggiorno come la maggiore condanna: ma nessuno de’ malcontenti testè sì ardenti a sollecitare il termine del loro esilio, pensava allora a mettersi in mare. Finalmente, il 18 ottobre, fu dato l’ordine della partenza.


§ II.


Col mezzo di queste navi l’Ammiraglio spedì ai Re la relazione della scoperta della terraferma, la carta geografica del suo viaggio e la marittima della via da seguire per giungere alla costa di Paria. Siccome pativa ancora delle conseguenze della sua oftalmia, dettò la lettera a Bernardo di Ibarra1. Diede ad un gentiluomo chiamato Arroyal2, perchè le presentasse alla Regina, cento settanta perle3, scelte fra le più belle, e certi gioielli d’oro, che si era procacciati nel Nuovo Continente: Colombo pregava i Re di osservare che quelle perle erano le prime che giungevano dall’Occidente: si proponeva di far continuare le sue scoperte della terraferma da don Bartolomeo, con tre navi, tostochè la presenza dell’Adelantado e quella degli equipaggi non sarebbe stata più oltre necessaria alla Spagnuola a motivo della sollevazione suscitata da Roldano.

In un rapporto particolare sugli affari della colonia, l’Ammiraglio esponeva nella loro trista realtà, gli avvenimenti accaduti durante la sua assenza: diceva, che, nonostante che ogni cosa sembrasse perduta, perchè in mezzo alle conturbazioni ed alle fazioni non si coltivavano più le terre, perchè si era cessato di pagare le imposte, perchè il libertinaggio degli Spagnuoli ribellati, i quali vivevano senza fede nè legge, tiranneggiando gli Indiani, derubandoli delle loro mogli e mettendoli anche a morte

  1. Pleyto. — Probanzas del Amirante, Pregunta XIII. Deposizione di Bernardo de Ibarra.
  2. Oviedo y Valdès, Storia naturale e generale delle Indie, lib. III, cap. vi.
  3. Herrera, Storia generale dei viaggi e delle conquiste dei Castigliani nelle Indie occidentali, Decade I, lib. III, cap. xv.